Quante volte, nel vagare tra le vie di Firenze, hai notato cartelli stradali rivisitati in chiave comica? Ti sei mai accorto di come un semplice cartello di divieto di accesso appaia ora come un uomo intento a portarsi via la barra come se fosse un’asse?
Beh, non sono qualche tipo di scorreria adolescenziale, ma si tratta di una vera e propria arte. Infatti, per le strade di Firenze, vaga ormai da anni un uomo di origine francesi che cerca di rendere la monotonia più vivace e colorita. Si tratta di Clet Abraham, un artista che cerca di dare ai cittadini fiorentini un messaggio di libertà e anticonformismo. Ma il suo obbiettivo principale è portare allo stesso livello dell’arte rinascimentale o classica l’arte contemporanea, poiché si tratta sempre di una manifestazione artistica. L’arte cambia insieme alla società, perciò bisogna accettare questi nuovi metodi di fare arte.
Non ti presenterò un itinerario preciso perché credo che la città vada scoperta da sola. Perciò ti consiglio come punto di partenza lo studio di Clet – aperto al pubblico – in Via dell’Olmo 8R nel quartiere di San Niccolò e poi vaga per la città alla ricerca di quei cartelli stravaganti che danno vita alla città di Firenze, scattando foto per ricordarsi i luoghi nei quali ritrovare questo nuovo tipo di fare arte.
Non dimenticare però di passare per Ponte alle Grazie, dove possiamo notare “L’uomo comune”, una statua in fibra di vetro in bilico sul ponte. Si butta nel fiume? O ci ripensa? Anche con questa statua, Clet tenta di emancipare l’arte contemporanea andando contro le autorità che rimangono ancora chiuse mentalmente. Inoltre, si può interpretare questa scultura come un messaggio di speranza, soprattutto in un periodo così buio, per fare un passo avanti e tentare di scovare la luce alla fine del tunnel.